Livelli d’intervento

Nei diversi contesti in cui interveniamo il lavoro di Diathesis raccoglie e si collega a problemi e domande che ci orientano ad operare secondo alcuni livelli ricorrenti che abbiamo indicati come:

A) Accompagnare la progettazione di nuovi servizi

Nel caso in cui ci si trovi a costruire nuovi servizi (comunità di accoglienza, strutture e servizi domiciliari per anziani, centri di aggregazione giovanile, interventi di sviluppo di comunità…) e ad avviarne le relative sperimentazioni, è importante focalizzare l’attenzione su alcune dimensioni cruciali come la questione del chi sono i destinatari e in quale prospettiva vengono concepiti (semplici fruitori o coproduttori di servizi?), quali sono i prodotti del servizio,  attraverso quali processi vengono realizzati e quali sono i valori e le culture dei contesti organizzativi entro cui essi vengono costruiti.
Sono dimensioni da esplorare assieme alle persone coinvolte man mano che l’azione si svolge, secondo una concezione della progettazione come “indagine pratica” in cui non tutto è programmabile dall’inizio, ma dove i vincoli e le opportunità della situazione si chiariscono solo agendo e alimentando un pensiero sulle azioni compiute. Processi non lineari, parzialmente prevedibili in cui gli attori possono divergere non solo sulle soluzioni, ma anche sui problemi da affrontare; percorsi in cui le dimensioni affettive intervengono nel dialogo con gli altri e in­fluenzano quel che si decide. La qualità di ciò che si realizza dipende in modo rilevante dalla capacità degli attori di riconoscere le premesse delle proprie azioni e di renderle accessibili agli altri, dalla disponibilità di chi è coinvolto a vedere la situazione in modi molteplici e nuovi.
In situazioni progettuali particolari, si è rivelato importante poter ricorrere alla realizzazione di specifiche attività di ricerca, concepite non solo come un lavoro di reperimento e organizzazione di dati e informazioni, ma - come avviene con la ricerca-azione - anche come uno spazio dove, riflettendo sui dati raccolti, è possibile interrogare e mettere in dialogo le rappresentazioni che le persone e i gruppi si sono formati della situazione problematica ed elaborare con loro le linee dell’attività progettuale.

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B) Ripensare il senso e le modalità di lavoro dentro le organizzazioni

Nonostante la diffusione di forme di consulenza propense a prescrivere soluzioni e ad operare in un certo isolamento nei confronti dei clienti, intervenire in ordine ai processi organizzativi richiede innanzitutto la disponibilità a confrontarsi e intrattenersi con disagi, problemi e situazioni non solo mutevoli e un po’ caotiche, ma anche molto diverse: si può andare da contesti dove si coglie la presenza di un disegno organizzativo condiviso dai responsabili ma non sufficientemente dal resto dell’organizzazione, a situazioni nelle quali sembra necessario ripensare gli orientamenti di fondo o promuovere percorsi di lavoro tra i vari livelli e le varie parti, per non lasciare sole le persone nell’affrontare le difficoltà del proprio lavoro.
Pur implicando la formulazione di obiettivi e percorsi specifici, gli interventi si collocano in un’ottica dove la consulenza è concepita come una funzione volta a promuovere processi di analisi e riflessione sugli aspetti organizzativi, in ordine ai quali clienti e consulenti sono chiamati a lavorare insieme. Nel caso si tratti di consulenze a gruppi, il pervenire ad elaborare insieme prospettive capaci di sbloccare visioni cristallizzate di problemi e di aprire nuove strade rappresenta un punto di svolta importante che motiva e incoraggia le persone a cimentarsi anche attorno alle condizioni che le dispongono verso questa attività che si fa con i colleghi, cioè a diventare gruppo di lavoro.
In questo approccio la relazione tra consulenza e formazione è molto stretta: se infatti da un lato la consulenza intesa come accompagnamento può comportare risvolti formativi particolarmente personalizzati, d’altro canto si prevede la possibilità di ricorrere a seminari ed interventi di “formazione d’aula” volti a favorire l’apprendimento di quelle nuove funzioni e competenze che i processi di riorganizzazione richiedono alle persone.

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C) Sostenere i processi d’integrazione tra istituzioni e organizzazioni differenti

La lunga serie di provvedimenti legislativi che sta ridisegnando il complesso campo del sociale e del sanitario pone al centro l’esigenza di una maggiore ricerca di integrazione tra servizi, interventi e i diversi attori. Dietro a ciò, la crescente complessità dei problemi sociali che richiede sia quadri più ampi per comprenderli sia cooperazioni più sistematiche tra i vari attori per affrontarli.
L’ambiente appare così composto di Piani (di zona o per la salute), Agende, Reti, Ambiti, Distretti e Punti di Accesso, mentre la sua popolazione è fatta di Amministrazioni Pubbliche spesso associate o consorziate tra loro, di Terzo Settore, di Aziende (sanitarie e di servizi alla persona), di Autonomie Scolastiche, di Fondazioni: tutti soggetti chiamati ad un oneroso sforzo d’integrazione a partire da posizioni differenziate.
Alla consulenza si richiede così di attivare e sostenere processi di riflessione volti a costruire con e tra i vari attori rappresentazioni sufficientemente condivise dei problemi, ad elaborare le modalità e gli strumenti per affrontarli, ad individuare le forme per aggregare le risorse necessarie. Si tratta cioè di promuovere e sostenere scambi tra istituzioni e organizzazioni differenti, tra suddivisioni consolidate delle competenze rispetto a problemi che invece si collegano, tra culture professionali diverse che faticano a riconoscersi reciprocamente. In questo scenario, assumere una funzione orientata a sostenere riflessioni e operatività condivise tra i diversi soggetti comporta non solo una particolare cura nel predisporre le forme e i luoghi entro i quali potranno darsi questi scambi, ma anche l’avvio di processi di ridisegno organizzativo interni ai vari soggetti, in modo da consentire  dialoghi e cooperazioni più fattive tra le parti.
In situazioni particolari tali processi sono stati favoriti da interventi di valutazione che hanno consentito di comprendere meglio il legame tra i nuovi compiti dell’integrazione e il ripensamento degli assetti organizzativi delle singole parti.

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